Il tuo cuore è una gabbia, un doloroso rifugio che gli
asceti non conoscono.
Luogo dove perdersi per non trovarsi. Luogo dove
cancellarsi.
Luogo dove l’uccello che sbatte le ali non può che cadere a
terra disperato.
Quando ormai ero distrutta hai aperto, ad un tratto, la
porta e hai detto “vai!”
Nel più bel momento
della rassegnazione.
Ero sola, dentro te e pensavo a quello che non c’è.
Al sangue già pronto per essere versato, ad un nessuno che
sei e che sarai.